“Sii spietato con gli intermediari”. Henry Decoin realizza un film interessante su quello che era un argomento tabù nel 1955: la sua rappresentazione del mondo crepuscolare della droga non mostra alcuna clemenza e la sceneggiatura spesso abbandona la storia principale e usa vignette documentaristiche: i piccoli spacciatori che usano le macchine per caramelle nella metropolitana, per esempio. Un sobrio Jean Gabin non mette in ombra il resto del cast, in particolare Marcel Dalio, come pezzo grosso, e Lila Kedrova, come drogata e poi il solito superbo Lino Ventura. Stampa in bianco e nero incontaminata e una falsa colonna sonora stereofonica molto luppolata che dà una presenza extra alla musica jazz, all’atmosfera da nightclub, ai dialoghi e agli effetti sonori. I movimenti della telecamera, il naturalismo dell’interpretazione, il gergo parigino, l’arte della narrazione e l’atmosfera dell’ambiente criminale ti fanno davvero sentire come se fossi lì. Davvero un bel film.