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Ormai donna, Ana ricorda la sua infanzia di venti anni prima. Si rivede legata da un profondo affetto alla madre, morta poi di un male incurabile, mentre odiava a tal punto il padre – un ufficiale franchista infedele alla sua povera moglie – da volerlo avvelenare (ma la pozione usata era un’innocua polverina). L’uomo morì davvero, ma per infarto, durante un convegno amoroso con una amica di casa. Dell’orfanella e delle sue due sorelline cominciò allora a occuparsi una zia, Paolina, che però non seppe guadagnarsi il loro affetto. Ana, nei cui sogni tornava continuamente la madre, credette – convinta dei propri poteri magici – di potersi liberare anche di lei, allo stesso modo usato col padre. Naturalmente, neanche a Paolina accadde nulla….[Leggi tutto]
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