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Reggio riutilizza tecniche familiari del film precedente (rallentatore, time-lapse, sovrapposizione) per drammatizzare gli effetti del cosiddetto Primo Mondo sul Terzo: spostamento, inquinamento, alienazione. L’intreccio narrativo si esprime attraverso associazioni di immagini declinate in sequenze in ossimoro tra la contemplazione degli archetipi ancestrali in estinzione presso le culture moderne (vita cooperativa, senso di gioia nel lavoro e valori religiosi) e modelli di modernità quali treni, aerei di linea, automobili a carbone e solitudine. Il paesaggio rurale lascia spazio a un inferno urbano industriale affollato, soffocante, in accelerazione, dal Perù al Pakistan. Reggio incornicia Powaqqatsi nell’eloquente sequenza iniziale …[Leggi tutto]
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